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Dal giornalista de “Il Fatto Quotidiano” candidato in Liguria al Travaglio al Quirinale il passo è breve

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di Daniele Santi #Lopinione twitter@genovanewsgaia #Politica

 

Così arrivò il momento del giornalista del quotidiano “Il Fatto Quotidiano” che entra in politica direttamente, con il sostenuto sostegno del travaglissimo foglio, le grida di giubilo del M5S del poltronificio, il convinto sostegno di non si sa chi (ma c’è sempre qualcuno disposto a dare il suo convinto sostegno) e via con la colonizzazione del potere da parte di Marco Travaglio e fratellini. Dopo l’Eni e La7, con link diretto a La Nove con le esilaranti esibizioni delle teorie del quotidiano-partito, ora comincia la corsa alle poltrone.

Due milioni e mezzo di finanziamento dal governo monocolore Conte per sostenere Il Disfatto Quotidiano, vanno pur premiati con un impegno in prima persona che vada al di là dello – spesso spudorato – endorsement di cui il fondatore-Torquemada ha spesso dato prova: dita puntate, articoli di parte, e un sacco di cause perse. Letteralmente e nei tribunali. Con risarcimenti da decine di migliaia di euro. Uno dietro l’altro.

Trattandosi questi di fatti privati del capitano Travaglio e della sua ciurma non entreremo nel meritoi. Non sono nemmeno fatti nostri che il giornalista più puro del mondo, quello senza macchia e senza peccato, il don Chisciotte de noantri, quello che ha sbertucciato Berlusconi per libri interi, combattuto Renzi in tante battaglie – tutte perse – preso in giro Scalfari, del quale ha gli stessi insopportabili difetti, pur essendo anch’egli un’ottima penna soprattutto quando sta zitto, possa essere così  attaccato al potere da dedicarsi alla colonizzazione di poltrone come un volgare appartenente agli odiati partiti della vecchia casta. Perché della nuova casta lui è parte.

Figuratevi se sono fatti nostri che mentre a lui vanno due milioni e mezzo di euro dal governo a noi non sia arrivato neanche un centesimo, e parliamo per bisogno non per invidia. Non sono fatti nostri che in un editoriale del 10 maggio, rassicuri i lettori del suo giornale scrivendo che faro del disfatto quotidiano sarà, come sempre [sic], la Costituzione, poi si trovi a giocare alla politica – non doveva essere la stampa la spina nel culo dei politici criticandoli aspramente ed offrendo loro spunti di riflessione? – come il politico di professione che ha sempre contestato.

Non sono fatti nostri. Insomma. Sono fatti del “Fatto” e dell’onnipotente creatore del “Fatto” che – dopo Eni, la candidatura possibile alla Regione Liguria del suo giornalista, le apparizioni a La7, la colonizzazione de La Nove e un’alluvione di articoli accusatori contro la disastrosa casta italiana della seconda repubblica, provi ad essere proiettato direttamente al comando della Repubblica della Seconda Casta sognandosi trionfatore, e con pieni poteri, al Quirinale. E’ un incubo.

 

(30 giugno 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 

 

 

 




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