di Daniele Santi #Lopinione
Dunque è ufficiale ed arriva da un comunicato stampa della Regione Liguria. Il presidente Toti ha testualmente detto: “Credo che nel mese di marzo e di aprile arriverà una buona quantità di dosi”, ma il titolo del comunicato, ad uso stampa amica, recitava: “Presto 50mila dosi a settimana”; che suona un po’ come una presa in giro perché quando non si hanno certezze si dovrebbe avere il buon gusto di stare zitti. Soprattutto se si hanno importanti responsabilità istituzionali.
Ripete la stessa cosa anche in corpo di comunicato, il presidente Toti: “Regione Liguria oggi parte anche con i medici di medicina generale e presto si aggiungeranno altre strutture di sanità privata convenzionata come questa. Le farmacie sono pronte ad iniziare e partiremo anche con il grande hub in Fiera: arriveremo presto a 50mila vaccini la settimana, un numero molto importante per la nostra regione”.
Sarebbe interessante sapere cosa intende Toti per “presto”. Perché presto è un avverbio di tempo indefinito il cui significato temporale reale risiede soltanto nelle intenzioni di chi lo pronuncia, o di chi lo fa scrivere, quel presto. Sarebbe così utile, repetita juvant, smetterla col continuare a dare date e scadenze quando queste date e scadenze non ci sono e Draghi, giù a Roma, magari Toti lo sa ma non lo dice, pare far prevalere la lettura che in stato d’emergenza è la legge dello Stato a prevalere sulle decisioni regionali, come ha suggerito (sarebbe bastato ascoltarlo) il generale Figliuolo su Rai Tre lo scorso 14 marzo.
Ma forse Toti era a tavola.
(15 marzo 2021)
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