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Spiagge libere, flash mob in Corso Italia. “Costa off limits anche d’inverno. La lobby degli stabilimenti comanda”

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Cappelli e occhiali da sole, come fosse estate. E una protesta che non si ferma nemmeno con il freddo: “Le spiagge libere sono un nostro diritto”. Ed è per questo che gli attivisti e le attiviste di Generazione P si sono dati appuntamento insieme ad altre associazioni in Corso Italia, dove la costa è quasi esclusivamente in mano agli stabilimenti balneari tanto che gli accessi al mare sono pochissimi e sono molto distanziati uno dall’altro anche di inverno.

“Il mare in corso Italia sembra a un passo, ma come si raggiunge? Eppure è un nostro diritto”, recitano in coro nella spiaggia sotto l’abbazia di San Giuliano i manifestanti di Generazione P, Legambiente, Adiconsum Liguria/referente Conamal Liguria, La Supernova, Genova che osa, Fridays For Future – Genova, Italia Nostra, Comunità San Benedetto al Porto, The Black Bag, protagonisti già di una prima manifestazione sul tema, lo scorso 28 luglio a Quinto. Anche alcuni gruppi politici come Europa Verde, Lista Sansa e Possibile hanno aderito all’iniziativa.

L’inverno può far sembrare “fuori stagione” il tema, ma proprio in questi giorni si stanno prendendo decisioni importanti a livello nazionale e locale sulla fruizione delle spiagge, tra il diritto rivendicato – e spesso calpestato – di un accesso libero e le concessioni ai privati in scadenza e in attesa di rinnovo.

La scelta della data del flash mob non è causale. Proprio nella giornata di sabato è in corso la Seconda Conferenza Nazionale per il Mare Libero a Viareggio – che vuol rimarcare, ancora una volta, il diritto sancito dalla Costituzione di poter accedere gratuitamente al mare. Un diritto che in Liguria continua ad essere calpestato, per colpa – anche – di un pessimo lavoro politico a livello nazionale. La direttiva europea Bolkestein continua ad imporre (dal 2010…) la liberalizzazione delle concessioni, mentre il Governo ha già dichiarato di voler procedere con l’ennesima proroga delle concessioni in essere fino al 2025.

In Liguria i dati sono stati ricordati recentemente in Consiglio regionale: il 53% delle spiagge liguri è affidato ai privati, 21 Comuni su 63 (tra quelli dotati di un Piano di utilizzo demaniale) non rispettano la soglia minima del 40% di litorale ad uso libero e libero-attrezzato, con casi limite nel savonese, in cui le spiagge in concessione ai privati rappresentano anche l’86,91% del totale, e più in generale della Provincia di Savona in cui sono concentrati ben 15 Comuni, sui 21 totali, inadempienti per le percentuali di spiagge ad uso libero.

Gli organizzatori del flash mob ribadiscono l’importanza della qualità e dell’accessibilità delle spiagge libere in Liguria: spesso sono fazzoletti di terra alle foci dei torrenti, lontane dai centri e dalle stazioni dei treni. Spesso non sono nemmeno spiagge, ma scogli.

“Vogliamo più del 50% di spiagge libere in ogni Comune; concessioni rilasciate in via eccezionale; la presenza sulle spiagge solo di strutture strettamente necessarie alla balneazione, in materiale ecocompatibile e di facile rimozione”, rimarca Micol Manca di Generazione P.

A livello locale il tema tornerà d’attualità la prossima settimana nella discussione del Bilancio regionale. La situazione normativa non è rosea. La Legge Regionale del 1999 ha fissato la percentuale minima di spiagge libere al 40%. «Il nostro obiettivo è arrivare al 50%», dicono gli organizzatori della protesta in una nota stampa ricevuta in redazione.

 

(16 dicembre 2023)

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