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Pegli, nuove sorprese al Parco Storico di Villa Durazzo Pallavicini

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di Redazione, #Genova

È un gioiello sempre più splendente, il parco storico di Villa Durazzo Pallavicini a Pegli la cui passionale opera di recupero avviata negli ultimi anni ne sta consolidando il già enorme fascino ulteriormente esaltato in questo periodo dalla fioritura del camelieto. La villa, voluta dal marchese Ignazio Pallavicini, è un percorso tra storia, natura e spiritualità.

Oggi, alla presenza dell’assessore allo sviluppo economico turistico e marketing territoriale Laura Gaggero, il direttore dall’A.T.I. “Villa Durazzo Pallavicini” (associazione che ha in gestione il parco) Silvana Ghigino ha inaugurato due straordinari interventi che riportano alla sua auge ottocentesca il percorso ideato dall’architetto, scultore, decoratore e scenografo genovese Michele Canzio: il consolidamento strutturale delle Grotte degli Inferi e il restauro della Sorgente con la ricostruzione della Capanna Rustica.

Dal 6 marzo, dopo un primo restauro risalente al 1992 a cui era seguita una breve apertura, i visitatori potranno quindi accedere nuovamente alle Grotte degli Inferi. Si tratta di un’importante tappa del percorso scenografico che si snoda tra i viali del parco conducendo alla purificazione del cuore per l’accesso al Paradiso Empireo simbolicamente rappresentato dalla celebre cornice del Lago Grande. Stalattiti e stalagmiti tratte da molte grotte naturali del genovesato, erano state montate per ricreare una vera ambientazione di grotte calcaree, con tanto di​ lago sotterraneo. Il buio iniziale avvolge i visitatori, la cui pupilla piano piano si abitua alla tenue luce penetrante dall’alto facendo scorgere pareti, volte e margini di un piccolo lago tra gli stretti canali. Un’area nella quale, per circa venticinque anni, nessuno ha più potuto entrare. Le Grotte degli Inferi – i cui lavori di recupero sono stati finanziati dal Comune di Genova con i fondi del “Patto per Genova” – saranno aperte al pubblico tutti i fine settimana e nei giorni festivi, comprese nel prezzo del biglietto.

foto: Gaia Peverati

Sarà invece fruibile anche nei giorni feriali la Capanna della Sorgente, dopo oltre ottant’anni tornata al suo posto nella scenografia del parco. Michele Canzio l’aveva pensata come un ​quadro rustico con sfumature romantiche​, una sosta all’interno del percorso in questo punto magico dove nasce l’acqua che alimenta tutto il giardino. Così, accanto alla costruzione della Capanna (realizzata dal mastro falegname Mauro Accossano) è stata ripristinata la Sorgente alimentata da un acquedotto che scende dalle colline alle spalle di Pegli, realizzato appositamente su desiderio del marchese Ignazio Pallavicini, e si è provveduto al restauro del paesaggio adiacente che si affaccia sul laghetto che ospita la Capanna. Queste opere sono state cofinanziate dall’A.T.I. Villa Durazzo Pallavicini e dall’assessorato allo sviluppo economico turistico e marketing territoriale di Laura Gaggero.

Il parco storico di Villa Durazzo Pallavicini, nel 2017 nominato “Parco più bello d’Italia”, vanta caratteristiche architettoniche, artistiche, paesaggistiche e botaniche uniche. È stato costruito dal 1840 e inaugurato il 23 settembre del 1846 in occasione del Congresso degli Scienziati Italiani. Realizzato su progetto dell’architetto Michele Canzio per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, è un’eccellenza nell’ambito del giardino storico romantico italiano ed europeo. Si sviluppa sull’impervio fianco di una collina completamente trasformata per generare spazi pianeggianti, ampi bacini idrici e un intrico di percorsi che si arroccano dall’ingresso fino a 134 metri di altitudine. Fra le sue particolarità spicca quella di essere strutturato su un racconto teatrale a sfumature esoterico-massoniche che ne rendono la visita un’esperienza storico-culturale, paesaggistico-botanica ma anche meditativo-filosofica. Il percorso è articolato in tre atti, ognuno composto da quattro scene caratterizzate da “artifici scenografici” capaci di appropriarsi del panorama e si materializza grazie all’uso di vegetazione esotica ed indigena che crea atmosfere emozionali. Di notevole impatto è il ricco impianto di acque superficiali comprendente due laghi, cascatelle, ruscelli, fontane e molteplici architetture da giardino in stile neoclassico, neogotico, rustico, cineseggiante ed esotico. Il parco, divenuto nell’Ottocento meta dei tour turistico-culturali europei, richiamava pubblico anche dall’America, Cile, Russia e nel 1928 fu ceduto al Comune di Genova dalla principessa Matilde Giustiniani. Dopo l’ultima guerra il Comune di Genova aveva chiuso al pubblico la parte alta, relativa al secondo atto del racconto, abbandonando così le scenografie medievaleggianti e gli edifici più imponenti del complesso.

Informazioni: www.villadurazzopallavicini.it/.

 

(5 marzo 2021)

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