di G.G., #Lopinione
Non è soltanto la mandria sterminata di analfabeti funzionali e leoni del web a farci tornare ad un medioevo che pensavamo concluso, ma pure una indicazione del Ministero della Salute che rispolvera per le persone omosessuali, per i tossicodipendenti e per lavoratrici e lavoratori del sesso, l’antico, discriminatorio, orribile, indecente marchio diffamatorio della “categoria a rischio”.
La questione è stata resa nota dall’Asl 5 di La Spezia, contestata e ricontestata dal deputato di LeU Pastorino, ha fatto girare i coglioni anche a Toti, ma è lì, in bella mostra a questo link, e chiarisce definitivamente l’ultimo enorme ostacolo sulla strada di un’Italia che rifiuta di diventare adulta, nel senso di sviluppare una civiltà moderna, e preferisce rimanere quel catafalco che è, devastata dal suo bizantinismo, dal suo immobilismo è proprio quel “comportamento a rischio”, pregiudizi sanitari e discriminazioni ad orologeria a parte, che si chiama l’idiozia.
(11 febbraio 2021)
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