di G.G. #Genova twitter@genovanewsgaia #Migranti
Il segretario nazionale del sindacato di Polizia Silp Cgil, il savonese Daniele Tissone, in audizione alla Camera, non c’è andato giù leggero. Parlando del decreto Salvini Tissone sentito per un parere come prevede la procedura dalle Commissioni riunite degli affari costituzionali e Giustizia della Camera dei deputati ha detto con chiarezza ciò che riteneva di dover dire prendendosela in particolare con, scrive Repubblica, “il moltiplicarsi di sanzioni e “costruzioni giuridiche che hanno come presupposto l’insicurezza, percepita e veicolata, in gran parte, da campagne propagandistiche che instillano le aure, mentre tutte le rilevazioni e i dati oggettivi indicano i vari fenomeni criminali in diminuzione o comunque, non rispondenti all’allarme sociale suscitato”.
Tissone ha poi parlato di
Scelte che incidono pesantemente sui diritti di libertà. I poliziotti non sono il braccio armato dell’esecutivo”.
stigmatizzando la scelta del decreto come “strumento-scorciatoia” che invoca “motivazioni di necessità e urgenza inesistenti” così che al Parlamento “viene impedito di affrontare tematiche delicate attraverso la dialettica democratica del procedimento legislativo”, Tissone (foto in basso) ha poi parlato, continua la cronaca di Repubblica dell’intento di “non sottoporre al preventivo vaglio della magistratura, potere indipendente in uno stato di diritto, atti ablatori di rilevante portata ed aventi riflessi di natura internazionale e, a cascata, ripercussioni diplomatiche” con “un indubbio aggravio di adempimenti per le Forze di Polizia, notoriamente gravate da carenze di organici che si sommano alla problematica dell’età anagrafica avanzata” ed ha condannato la “escalation della criminalizzazione delle condotte che è iniziata dall’immigrazione, dalle frontiere, ed è giunta alle riunioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero nelle piazze cuore del paese e luoghi dove i cittadini esprimono opinioni” in un peggiorato “clima di relazioni sociali, che vede nella sola repressione di condotte ritenute devianti o comunque difformi ed in contrasto con il pensiero e i desiderata di chi governa, rischia di portare alla strumentalizzazione delle forze dell’ordine, viste come braccio armato e violento dell’esecutivo del momento, quasi a voler far tornare indietro di quarant’anni la storia. Il Silp si oppone a questo snaturamento della funzione democratica di tutela di tutte le persone e della civile convivenza”.
(7 luglio 2019)
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