di Effegi
I tagli ai finanziamenti dell’USAID decisi dall’amministrazione Trump stanno avendo conseguenze devastanti su scala globale, in particolare nei programmi di trattamento dell’HIV/AIDS in Africa. Il mancato rinnovo del programma PEPFAR, che negli ultimi due decenni ha salvato milioni di vite, sta lasciando centinaia di migliaia di persone senza accesso ai farmaci salvavita.
Africa australe ed orientale: una catastrofe sanitaria
In Lesotho, Eswatini e Tanzania, circa 350.000 persone sono rimaste senza cure, tra cui donne incinte sieropositive, che ora rischiano di trasmettere il virus ai loro bambini. La chiusura di cliniche e centri di assistenza sta creando un’emergenza umanitaria che si aggrava di giorno in giorno.
In Sudafrica, la Desmond Tutu Health Foundation stima che il blocco dei fondi possa portare alla morte di 500mila persone nei prossimi dieci anni. Il sistema sanitario sudafricano, che già lotta contro una delle più alte incidenze di HIV al mondo, sta affrontando il collasso senza i finanziamenti statunitensi che garantivano la distribuzione di antiretrovirali e test diagnostici.
In Kenya, 1,4 milioni di persone sieropositive rischiano di rimanere senza medicinali, poiché la sospensione dei fondi USA ha lasciato stoccate inutilizzabili tonnellate di farmaci nei magazzini, senza possibilità di distribuzione.
In Etiopia, la situazione è altrettanto grave: nella regione del Tigrè, sconvolta dalla guerra civile, oltre 2,4 milioni di persone dipendenti dagli aiuti alimentari statunitensi sono ora senza assistenza. L’interruzione degli aiuti sta peggiorando una crisi già drammatica, con il rischio di un aumento della mortalità per fame e malattie.
Un disastro globale: il rischio di 10 milioni di nuovi casi di HIV
Le conseguenze della sospensione dei finanziamenti USAID non si limitano all’Africa. L’OMS ha avvertito che otto paesi potrebbero esaurire completamente i farmaci per l’HIV nei prossimi mesi, con un impatto devastante sulla prevenzione e sul trattamento. Secondo le stime, i tagli potrebbero provocare 10 milioni di nuove infezioni e fino a 3 milioni di decessi nei prossimi anni.
Motivazioni politiche e reazioni internazionali
Trump e i repubblicani hanno giustificato i tagli con la necessità di ridurre la spesa estera e focalizzarsi sugli “interessi americani”. Tuttavia, questa decisione ha scatenato un’ondata di critiche anche tra gruppi cristiani conservatori, storicamente alleati di Trump, che hanno chiesto il ripristino dei finanziamenti almeno per i programmi di salute materno-infantile.
Diverse organizzazioni internazionali, tra cui ONU, OMS e ONG come Medici Senza Frontiere, stanno facendo pressione affinché gli Stati Uniti riprendano il loro impegno nel contrasto all’HIV/AIDS. Tuttavia, al momento l’amministrazione Trump non sembra intenzionata a rivedere la sua posizione, condannando centinaia di migliaia di persone a una crisi sanitaria senza precedenti.
(18 marzo 2025)
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