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A La Spezia, Morandi e Fontana: Invisibile e Infinito. Da aprile a settembre

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di Fabio Galli

Dal 12 aprile al 14 settembre 2025, il CAMeC – Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia ospiterà la mostra Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito, un evento espositivo che mette a confronto due tra i più grandi protagonisti dell’arte italiana del Novecento: Giorgio Morandi e Lucio Fontana. Curata da Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti, la mostra presenterà oltre sessanta opere, offrendo una lettura nuova e stimolante delle loro ricerche artistiche. L’idea di accostare due figure così distanti nelle forme e nei linguaggi nasce dalla volontà di esplorare un tema comune: il superamento del visibile, la ricerca di una dimensione altra, che sia attraverso la contemplazione della realtà più intima o la violazione della superficie pittorica.

Giorgio Morandi è stato un artista solitario, dedito a una ricerca pittorica introspettiva e silenziosa. Le sue celebri nature morte, caratterizzate da bottiglie, caraffe, vasi e oggetti comuni, non sono mai semplici raffigurazioni di cose, ma diventano strumenti di meditazione sulla luce, sul tempo e sull’essenza stessa della pittura. L’ossessione per questi elementi statici, ripetuti e disposti con minime variazioni, conferisce ai suoi dipinti una qualità mistica. Nulla in Morandi è casuale: la scelta dei colori, le sfumature impercettibili, la consistenza delle ombre sono il frutto di un’indagine incessante sulla possibilità di rivelare ciò che normalmente sfugge all’occhio. È una pittura dell’attesa, della sospensione, dove il reale si carica di un’aura di mistero, suggerendo che la verità ultima non risieda nella superficie delle cose, ma nella loro relazione segreta con lo spazio e con la luce.

Accanto a questa visione introspettiva, il percorso della mostra introduce la radicalità di Lucio Fontana, artista che ha rivoluzionato il concetto stesso di pittura e spazio. Nei suoi celebri Concetti Spaziali, Fontana supera il limite della tela, non più intesa come una finestra illusoria sul mondo, ma come una superficie da oltrepassare fisicamente. Con i suoi tagli netti e le perforazioni, egli apre la pittura a una nuova dimensione, suggerendo un infinito che non è solo simbolico, ma reale. Fontana invita lo spettatore a guardare oltre, a immaginare lo spazio al di là della superficie, trasformando la tela in un luogo di attraversamento, un confine poroso tra il visibile e l’invisibile.

Se Morandi cerca l’assoluto attraverso un’intima contemplazione del quotidiano, Fontana lo ricerca rompendo i confini della tradizione artistica, facendo della sua opera un atto di esplorazione. Eppure, al di là delle evidenti differenze, entrambi condividono una profonda esigenza di superare il dato sensibile per accedere a una dimensione più alta. Per Morandi, questa dimensione è nascosta nella materia stessa, nelle sue infinite variazioni tonali e luminose. Per Fontana, invece, è nello spazio che si apre al di là della tela, nell’idea di una pittura che non si esaurisce nella rappresentazione, ma diventa esperienza.

La mostra del CAMeC si propone quindi come un’occasione unica per riscoprire questi due maestri in una prospettiva nuova. Il percorso espositivo permetterà di cogliere i punti di contatto e le divergenze tra le loro ricerche, mettendo in evidenza come l’arte del Novecento abbia saputo affrontare il tema dell’invisibile e dell’infinito con linguaggi e sensibilità diverse.

A rendere ancora più affascinante il confronto tra Morandi e Fontana è il fatto che entrambi, pur nella loro diversità, hanno avuto un ruolo cruciale nel ridefinire i confini della pittura nel XX secolo. Morandi, con la sua capacità di trasformare l’ordinario in qualcosa di assoluto, ha influenzato generazioni di artisti interessati alla dimensione intima e poetica della realtà. Fontana, con la sua rottura dei canoni tradizionali, ha aperto la strada alle avanguardie concettuali e alla ricerca spaziale, anticipando molte delle riflessioni che avrebbero caratterizzato l’arte contemporanea.

L’esposizione sarà quindi non solo un omaggio a due giganti della pittura, ma anche un’occasione per riflettere su come l’arte possa essere uno strumento per indagare il visibile e, allo stesso tempo, superarlo. Morandi e Fontana, con le loro opere, ci mostrano che l’invisibile e l’infinito non sono solo categorie astratte, ma esperienze tangibili che l’arte è in grado di evocare con straordinaria potenza.

 

 

(23 marzo 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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