Fino al 14 luglio il suggestivo Sottoporticato di Palazzo Ducale, in pieno centro a Genova, la mostra fotografica che è insieme un’esposizione di arte e un grido d’allarme di Sebastião Salgado “Aqua Mater”, quarantadue pannelli fotografici splendidamente disposti e illuminati che come squarci di luce – fossero anche squarci di consapevolezza – si stagliano nella penombra circostante offrendo allo spettatore uno spettacolo davvero suggestivo.

Cave di calcare, Bloomington, Indiana, Stati Uniti, 1988 | Questa vecchia cava è ora riempita d’acqua per il nuoto e la pesca. È anche la cava che ha fornito le pietre dell’Empire State Building. © Sebastião Salgado

Quarantadue i pannelli dicevamo, divisi per quattro stanze, ognuna delle quali dedicate a una visione d’acqua che per qualche motivo mi hanno ricordato gli scritti sull’acqua di Leonardo Da Vinci, e che rappresentano la denuncia di Salgado sull’uso vergognoso che l’umanità fa della natura, perpetrandola e privandola della risorsa principale: l’acqua. Acqua solida sotto forma di ghiacci, acqua a cascata (un’immagine delle cascate Vittoria che lascia senza fiato), lo straordinario scatto di un giaguaro che sta per abbeverarsi nel Rio delle Amazzoni – immagine che pochi uomini possono dire di avere visto – insieme a molte altre indimenticabili fotografie. Salgado torna a Genova con tutta la sua carica di amore per la Terra e di umanità.

Parlano molto di acqua, durante la conferenza stampa, ricordando che l’acqua è vita e dimenticando colpevolmente, ma non per colpa loro, di ricordare che l’acqua dei mari il cui livello si sta lentamente innalzando la vita può anche toglierla, insieme agli spazi vitali già sommersi (come sta succedendo in Bangladesh). Per fortuna le fotografie di Salgado parlano al cuore, al contrario di tutto il resto, così profondamente che le parole non servono più.

Libia, 2009 | L’erg Ubari è un’area molto vasta, con dune di sabbia per circa 80.000 chilometri quadrati, dove si trovano dei laghi salati in una zona chiamata in arabo Ramla d’El Daouda, che significa “duna dei mangiatori di vermi”. © Sebastião Salgado

La mostra apre al pubblico nella Giornata Mondiale dell’Acqua. Informazioni: www.palazzoducale.genova.it. In alto un breve video e l’audiopresentazione.

(21 marzo 2024)

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