di Redazione Politica
L’affermazione di Salvini “io mi fido di imprenditori e Sindaci” racconta esattamente cosa sta succedendo, ricomincia la lotta alla giustizia che causa ignavia di alcuni e pulsioni cleptocratiche di altri nell’unico modo possibile: mescolare le carte generando confusione. Così mentre da un lato abbiamo un Toti sempre più preda dei suoi errori di valutazione che dovrà, pare inevitabile, dimettersi dall’altra abbiamo un Bucci che rivendica il diritto di essere ascoltato dai PM. Meloni, gelida, sembra non agire. In realtà sta facendo il suo mestiere.
Le dimissioni sono naturalmente, una roba complicata perché la Liguria dovrà tornare al voto. Più Toti resiste più dà ai partiti il tempo di riposizionarsi. E a Meloni quello di organizzarsi. Perché il patto potrebbe, a quel punto, diventare “il Veneto a Salvini (Zaia permettendo) e la Liguria a noi”. Una macelleria.
I liguri stanno a guardare, per ora, e sono furiosi per una roba che vedevano tutti, di cui parlavano in metropolitana e che rischia di diventare il merdone che ti aspettavi, ma non di questa portata. Sullo sfondo la lotta per il potere e Schlein a chiedere dimissioni, per una volta tanto, con contezza. Nel frattempo rilascia dichiarazioni che sembrano avvertire Toti chi si è al redde rationem. Non lo si invidia, il povero presidente in disgrazia.
(15 maggio 2024)
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