di Redazione Genova
Secondo quanto scrive l’ANSA Giovanni Toti, ai domiciliari per corruzione dal 7 maggio, ha chiesto al giudice di anticipare la sua iscrizione nel registro degli indagati al 2020 o, in subordine, al massimo al 2021, invece che nel 2023, ma il giudice Paola Faggioni ha respinto l’istanza. L’atto tecnico è stato presentato tramite il suo avvocato Stefano Savi in base alla riforma Cartabia e nel caso fosse stato accolto, avrebbe reso inutilizzabili tutte le intercettazioni più recenti.
Il giudice ha respinto l’istanza perché il procedimento è stato iscritto prima dell’entrata in vigore della riforma dell’ordinamento giudiziario.
(6 giugno 2024)
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