La rimozione della tomba del partigiano Giovanni Beronio, vice comandante della Divisione partigiana Cichero, lascia attoniti e profondamente sconcertati tutti coloro che si riconoscono nei valori dell’antifascismo e sentono ancora oggi il dovere morale di mantenere viva la scintilla della libertà e della pace accesa dalla Resistenza.
Come Cgil non possiamo restare indifferenti di fronte a un atto che riteniamo un vero e proprio affronto, tanto più grave perché avvenuto a pochi giorni dalle celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione. Un oltraggio non solo alla memoria della Resistenza, ma a tutta la nostra comunità democratica.
Anche qualora, come affermato dalla Sindaca, sia stato inviato un avviso alla famiglia, ribadiamo con forza che la tomba di un partigiano – e ancor più quella di un vice comandante di Divisione – rappresenta un patrimonio storico, umano e sociale che appartiene all’intera collettività. Un segno tangibile della nostra storia e della nostra identità democratica, che merita rispetto e tutela.
La Cgil è erede diretta di quei valori resistenziali che hanno dato vita alla Costituzione italiana, il cui articolo 1 afferma: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” Un principio che lega indissolubilmente il lavoro alla democrazia, alla libertà e alla dignità delle persone, e che trova nella Resistenza le sue radici più profonde.
Chiediamo che si faccia chiarezza su quanto accaduto e che vengano intraprese tutte le azioni necessarie affinché la memoria del partigiano Beronio venga riconosciuta, protetta e onorata come merita.
Così la nota stampa della CGIL Tigullio e Camera del Lavoro metropolitana di Genova.
(15 aprile 2025)
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