di Giovanna Di Rosa
Dovendo per forza lanciare l’ennesima sterile provocazione, senza curarsi delle possibili conseguenze, Matteo Salvini ministro del Governo al potere in uno dei 124 paesi che riconoscono la Corte penale internazionale ha dato il suo parere, non richiesto e fuori contesto, a meno che Israele non sia un’infrastruttura, in quello che sembra essere in tutto e per tutto un attacco a Crosetto, ministro della stessa maggioranza di Governo che si era espresso sulla questione il 21 novembre a Porta a Porta.
La scomposta dichiarazione di Salvini non è differente da altre dichiarazioni lanciate al vento alla ricerca di recuperare un consenso perduto che sembra non voler ritornare più, pretende di sbugiardare la Corte penale internazionale che l’Italia riconosce insieme ad altri 124 paesi, nell’ennesima imitazione di qualcun altro (Trump) che il segretario-Zelig offre a chi voglia ascoltarlo ancora convinto che abbia qualcosa da dire. Ma Salvini da dire non ha più nulla che non sia l’immaginabile dichiarazione al vetriolo, fuori dal corso per distinguersi, e che non apporta nessun beneficio né a lui né alla sua politica. In compenso reca un danno al paese di cui Salvini è ministro. Questa è la leadership leghista dell’Autonomia Differenziata.
(22 novembre 2024)
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