A settembre Palazzo Ducale e Università di Genova affrontano il tema del paesaggio italiano con il progetto “Il Bel Paese”, di Stefano De Luigi e Gloria Viale. Il progetto è risultato vincitore del bando “Strategia Fotografia 2022”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura (MiC), che prevedeva la committenza di opere o serie fotografiche destinate al patrimonio pubblico.
Il Bel Paese è un viaggio lungo i 4.365 km delle coste italiane che ci consegna un’immagine inedita del nostro Paese. Da Trieste a Ventimiglia, l’itinerario – non soltanto da vedere sotto il profilo geografico, ma anche come suscitatore di memoria collettiva – tocca decine di luoghi simbolici, da Venezia alla riviera romagnola e al litorale adriatico fino a Leuca, proseguendo lungo le coste ioniche della Puglia fino alla Calabria, risalendo poi la penisola con le soste tradizionali del viaggio in Italia, da Paestum a Napoli, da Roma e la campagna romana alla cascata delle Marmore, fino a Firenze e alla costa toscana, per arrivare infine a Genova.
Si parte il 14 settembre nella Sala Liguria di Palazzo Ducale con la mostra di fotografie inedite di Stefano De Luigi che, con questo lavoro, prosegue la riflessione avviata nel 2012 con iDyssey. L’esposizione, curata da Chiara Ruberti, presenta anche un cortometraggio di Michela Battaglia, fotografa e videomaker, che racconterà il viaggio compiuto dall’autore. La mostra proseguirà fino al 15 ottobre e sarà aperta dal lunedì alla domenica con orario 10-19.
Sempre il 14 settembre Stefano De Luigi sarà protagonista di una lecture nella sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale nel corso della quale dialogherà con Giovanna Calvenzi e Chiara Ruberti.
Il 19 settembre, nell’occasione della presentazione di Impararte e delle attività educative di Palazzo Ducale, i docenti presenti potranno seguire una visita guidata alla mostra.
Infine, l’Università di Genova ospiterà il 12 e il 13 ottobre presso Palazzo Balbi Senarega il convegno internazionale Raccontare il paesaggio contemporaneo nell’arte. Fotografia, fototesto, letteratura performance, videoarte. Sono inoltre previste visite guidate gratuite i pomeriggi dal lunedì al venerdì alle 17.30.
Attraverso un lessico che insiste sulla relazione tra fotografia e memoria, i luoghi narrati da “Il Bel Paese” diventano una sorta di immagine latente, simile a quella che rimane impressa sul materiale fotografico sensibile, in quel momento unico, prima di essere rivelata dallo sviluppo, proprio come un substrato di memoria. Lo sguardo di De Luigi sul paesaggio italiano origina dal passato, dal ricordo delle giornate trascorse insieme al padre al Museo di Roma davanti ai dipinti e alle incisioni che ci hanno restituito l’immaginario del Grand Tour, il viaggio che tra il Seicento e l’Ottocento portava in Italia giovani aristocratici, intellettuali e borghesi di tutta Europa. Su quell’immagine dell’Italia, sedimentata nelle fotografie degli Alinari e del Touring Club, è intervenuta l’opera di quegli autori che hanno contribuito a cambiare e guidare il pensiero sulla rappresentazione fotografica del paesaggio italiano.
“Il Bel Paese” si inserisce idealmente in questo discorso: “vedere attraverso tutte le immagini precedenti e nel contempo cancellarle per avere una propria prima visione”, come auspicava Luigi Ghirri, per arrivare alla costruzione di un immaginario che sia prima di tutto in grado di veicolare un’idea del nostro Paese e delle contraddizioni che lo abitano.
Le immagini di De Luigi restituiscono al paesaggio il proprio valore semantico. La geografia che ci consegnano ci interroga sull’attitudine del nostro sguardo, sulla necessità di ritrovare il desiderio e lo stupore del guardare quei luoghi dove ancora insistono e resistono la memoria e gli immaginari del passato e, con uguale urgenza, di porre maggiore attenzione alle caotiche e talvolta surreali scenografie che popolano la nostra esperienza quotidiana e che sono spesso il risultato di interventi improvvisati, incoerenti, non finiti, privi di pensiero sul futuro.
“Il Bel Paese” ha dato vita anche a un libro edito da L’Artiere con testi di Giovanna Calvenzi e Chiara Ruberti. Le opere prodotte saranno acquisite dall’Archivio di Arte Contemporanea dell’Università di Genova (AdAC) del Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo (DIRAAS). Il progetto è vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Stefano De Luigi è nato a Colonia. Cresciuto a Roma, ha vissuto tra Milano e Parigi. Fotografo documentarista si interroga sull’umanità attraverso fenomeni sociali e di costume nei quali l’immagine ha un ruolo dominante come la tv, il cinema, la pornografia, la pubblicità e la propaganda. Soprattutto negli ultimi anni, in cui la sovrapproduzione di immagini ha messo in crisi l’autorialità dei fotografi, De Luigi ragiona sul senso stesso della fotografia e lo declina in direzioni ogni volta diverse. Ha pubblicato i libri Pornoland (Thames & Hudson 2004), Blanco (Trolley Book 2010), iDyssey (Edition Bessard 2017), Babel con Michela Battaglia (Postcart 2018), Pornoland Redux (Self-published 2021), Il Bel Paese (L’Artiere 2023). Il suo lavoro ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra gli altri, quattro World Press Photo (1998, 2007, 2010, 2011), il W. Eugene Smith Memorial Fund (2008), il Getty Images Grant for Editorial Photography (2010) e il Days Japan International Photojournalism Award (2010). È stato invitato per una residenza d’artista al Festival de Photographie de Deauville (2022). Ha collaborato con diverse testate internazionali come il New Yorker, Geo, Paris Match e Stern. Dal 2008 è membro dell’agenzia VII.
(14 settembre 2023)
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