di G.G.
Non abbiamo mai particolarmente amato il politico Toti, poco politico e molto televisivo, video su X (era twitter) in tempi di covid dove raccontava quello che mangiava, cosa beveva, un presenzialismo vicino al raccapriccio e poi il resto è cronaca. Domiciliari, processo, la sua parte politica che parla di assoluzione quando c’è stato patteggiamento che, in soldoni, significa che ti prendi le tue responsabilità e patteggi con lo stato (condanna a due anni e tre mesi convertiti con il patteggiamento in 1.620 ore di lavori socialmente utili) e quindi la decisione che comunichi da cronista: Toti lascia anche “Noi Moderati”, successo politico dell’1%, di cui era stato presidente dell’assemblea nazionale.
Deve averne fin qui il buon Toti, così – come scrive Repubblica – si toglie la maglia e si mette “in tribuna” giudicando da “appassionato, con i pop corn”. Per tornare ai video ai tempi del covid. Lascia definitivamente il Giovanni Toti?
Non ci interessa nulla di ciò che succederà a Toti, anche se sembra proprio il ciao ciao bambina (laddove la bambina è la politica) “dopo un anno e un paio di mesi dal terremoto giudiziario che ne ha interrotto la parabola, l’inchiesta per corruzione che l’ha portato prima agli arresti domiciliari, poi alle dimissioni, quindi alla condanna a due anni e tre mesi convertiti con il patteggiamento in 1.620 ore di lavori socialmente utili” perché “Ho da fare altro”, e viene da dire meno male perché un essere umano soddisfatto è un politico che cerca soddisfazione in meno e il politico, questo in teoria, dovrebbe pensare al popolo nonostante le alchimie che riescono a portare al governo un partitino che vale l’1% e del quale persino le cronache si disinteressano sovente (pesano pochissimo e sono invisibili, però stanno dove stanno. Cosa ci sarà mai da dire di più? Serve giusto un viareggino che accompagna la porta che si chiude alle spalle, per accendere un faro. Per chiamarla politica ci vuole stomaco.
(23 luglio 2025)
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