di Redazione POlitica
“Di nuovo il generale Roberto Vannacci ha dato il meglio di sé l’altra sera a Sarzana. Mi piacerebbe relegare le sue parole all’oblio ma non è possibile continuare ad ascoltare tali brutalità senza proferire parola, come hanno fatto i rappresentanti del Carroccio presenti in sala, prima fra tutte la senatrice Pucciarelli che ha aperto l’incontro – dichiara Paola Sisti, sindaca di Santo Stefano di Magra e candidata per il Pd alla Regionali in Liguria a favore di Andrea Orlando Presidente in merito all’incontro tenuto dal generale Vannacci a Sarzana e alle sue parole.
“Il generale Vannacci parla di difesa dell’identità ligure ma non conoscendo il popolo ligure non sa che non corriamo questo rischio – prosegue Sisti – La nostra identità è forte. Il ligure è caparbio, ombroso ma generoso. Il ligure conosce la fatica di chi ha lavorato duro per coltivare una terra difficile e soprattutto il ligure è uomo di mare e, come uomo di mare, sa che ogni vita in mare va salvata! Continuare a trattare il tema dell’immigrazione per amplificare i sentimenti più oscuri delle persone, mettendo gli ultimi contro i penultimi del mondo, continuare a negare il bisogno di manodopera straniera anche per l’economia delle nostre imprese liguri, non costruisce comunità evolute e consapevoli delle dinamiche del mondo. Soprattutto il generale Vannacci non può venire in terra di Liguria, non può venire a La Spezia e a Sarzana invocando il voto con il simbolo della decima Mas. La Spezia è medaglia d’oro al valor militare per la partecipazione attiva di tutta la comunità provinciale alla guerra di liberazione dal nazifascismo. La Spezia – conclude Sisti – è Porta di Sion, per l’aiuto che gli spezzini diedero agli ebrei in fuga dagli orrori dell’olocausto, Sarzana è la città che fermò la marcia del fascismo nel 1921. Soltanto chi non vuole leggere la storia in modo oggettivo continua a proporre questi richiami offensivi per tutto il popolo italiano. La x Mas si macchiò di crimini di guerra, come la fucilazione di prigionieri, la cattura di ostaggi fra i civili, la tortura di partigiani. Il silenzio di chi stava seduto in prima fila l’altra sera è un silenzio connivente e colpevole di chi non riesce proprio a riconoscersi nella parte più gloriosa della nostra storia di popolo spezzino, di popolo ligure, di popolo italiano, la storia della Resistenza. È lì che è scritta la nostra identità quella che il generale e i suoi seguaci non riescono proprio a riconoscere. W la Resistenza W l’Italia antifascista”.
(18 ottobre 2024)
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