di Redazione #Genova twitter@genovanewsgaia #PonteSanGiorgio
Mentre il presidente Toti si celebrava “Forse è simbolico che la mattina di due anni fa piovesse a dirotto e oggi qui è apparso davanti a noi uno splendido arcobaleno, a dimostrazione di come questa giornata si appoggi perfettamente su due frasi: la prima è mai più e la seconda è sempre così” in un discorso che poteva essere evitato e che ridondava di eccessi, c’era l’On. Pastorino di Liberi e Uguali che ricordava che ci sono “risarcimenti” che attendono e non bisogna riempirsi la bocca con frasi fatte.
Ma Toti non ci sente perché oggi si sente un semidio (oggi?) e sproloquia un intervento che sbava piaggeria e povertà politica ad ogni virgola: “Mai più perché qui davanti alle più alte cariche istituzionali dico che mai più dei nostri concittadini devono morire, perché si sbriciola un ponte, questo non deve accadere mai più e poi la giustizia, che naturalmente è connaturata alla verità, la stiamo aspettando e siamo certi che arriverà. E sempre così a significare che questo sacrificio non deve essere stato vano e allora bisogna fare in modo che tutte le nostre opere pubbliche possano essere fatte con questi tempi e deve essere un impegno che lega tutti noi oggi qui su questo ponte. Un ponte che unisce i due lati della Liguria e, per citare un ligure famoso che subì una profonda ingiustizia, Enzo Tortora, che disse, quando si ripresentò davanti alle telecamere: “Dove eravamo rimasti?” Ecco oggi vorrei dire dove eravamo rimasti: le due sponde sono di nuovo unite e collegate e questo ponte segna oggi la strada. Rimettiamoci in cammino per Genova, per San Giorgio, per la Liguria e per l’Italia”. Citare Enzo Tortora è stato più fuori luogo che parlare di arcobaleni quando le famiglie delle vittime non erano lì ad assistere alla cerimonia, che doveva essere evitata e la cui finta modestia è stata disgustosa.
Poi interviene Pastorino che riporta il discorso su più binari più consoni e lontani dagli strombazzamenti di Toti, presidente modesto e ormai in scadenza.
“Oggi per Genova è una giornata particolare, una giornata che paradossalmente non avremmo mai voluto vivere. Perché non avremmo voluto vivere la tragedia del ponte Morandi” è intervenuto l’esponente di LeU. “Ma questo è anche un momento importante di ripartenza, non solo simbolica. La ricostruzione del ponte ha messo in campo gli sforzi delle migliori intelligenze, andando spesso oltre le divisioni culturali e politiche. Ma, appunto, è una ripartenza. Auspico quindi che il nuovo inizio si manifesti con i risarcimenti per i danni subiti, anche per quelli non collegati al ponte. Penso ai disagi delle categorie colpite in questi mesi, compreso il tessuto commerciale, per la difficoltà di far arrivare le merci. La paralisi delle rete autostradale, con l’inagibilità di alcuni tratti e di gallerie ha prodotto conseguenze pesanti. Un’iniziativa in tal senso – aggiunge Pastorino – era stata già ipotizzata dalla ministra De Micheli. La città di Genova ha vissuto una fase difficile. Occorre che il presidente del Consiglio Conte, con la determinazione mostrata in questi mesi, si impegni proprio sul tema dei risarcimenti, come ha fatto per il ponte San Giorgio. Se si sbloccasse la questione dei risarcimenti, per la Liguria la ripartenza non sarebbe solo simbolica, ma effettiva”.
(3 agosto 2020)
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