“Ho chiesto al ministero delle Imprese e del Made in Italy e ottenuto la disponibilità dal ministro Adolfo Urso, che ringrazio, ad avviare a Genova un percorso partecipato con i tecnici del dicastero per spiegare ai cittadini e ai lavoratori quali saranno le ricadute occupazionali e gli impatti anche ambientali che potrebbero derivare dalla realizzazione di un forno elettrico a Cornigliano”.
Così la sindaca di Genova, Silvia Salis, che questa mattina ha incontrato in videoconferenza il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sul futuro dell’acciaieria di Cornigliano e sul processo di decarbonizzazione di Taranto, con le relative conseguenze per Genova e gli altri impianti del Nord Italia. All’incontro ha partecipato anche il presidente della Regione, Marco Bucci.
“Credo che la cosa più importante sia fare un percorso partecipato con la cittadinanza – prosegue la sindaca – a partire da un’assemblea pubblica per far capire come questa nuova tecnologia possa impattare sul territorio. I tecnici del ministero dovranno fornire dati chiari, verificabili e fare vita a un confronto costruttivo. La transizione verso una siderurgia sostenibile dovrà tenere conto delle esigenze della nostra comunità, sia dal punto di vista ambientale che sociale e occupazionale”.
Salis precisa che “finché non ci sarà chiarezza su quello che succederà a Taranto con il Consiglio comunale di fine luglio, non potranno esserci grandi novità. Il 4 agosto verrà presentato un piano a Roma, ma manca ancora un player industriale, cioè chi deve investire per mettere a terra questo piano. Finché non ci sono tutti questi elementi, mancando ancora un progetto e un player industriale, stiamo solo parlando di una possibilità”.
La sindaca ricorda anche l’obiettivo finale è “massimizzare la produttività delle aree di Cornigliano. Sappiamo tutti che i posti di lavoro previsti dall’attuale Accordo di programma non sono rispettati: alla luce del nuovo piano, sarà necessario fare un ragionamento più complessivo su tutta l’area e capire che tipi di investimento verranno realizzati e come eventuale riutilizzare le aree che non saranno sfruttate per produrre lavoro”.
(22 luglio 2025)
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