di Redazione #Genova twitter@gaiaitaliacomlo #Crollo Morandi
Mentre dalle fila Pentaleghiste si insiste sulle grida gridate della serie impicchiamoli più in alto dalle parti della politica, ed era ora, cominciano anche ad arrivare segnali che indicano che il barbarismo al potere comincia ad avere avversari sensati e in grado di proporre soluzioni praticabili.
Così il governatore Toti, non molto amato da Salvini, rilascia dichiarazioni che suonano come un monito politico e che Repubblica riporta: “A me interessa che non si combattano delle guerre ideologiche propagandistiche sulla pelle dei genovesi e dei liguri che hanno già sofferto tanto”. E spiega: “La magistratura sta indagando, credo che farà un buon lavoro e che avremo i colpevoli. Chi ha sbagliato pagherà, perché qualcuno ha sbagliato di sicuro. La politica ha un altro compito: mitigare i danni per i cittadini e le imprese che hanno già sofferto tanto“.
Anche Maurizio Martina esce dallo stato di morte apparente, o catalessi che dir si voglia, e – è sempre Repubblica a riportarlo – chiede che sia istituita “una Zes, una Zona economica speciale, aggiuntiva a quelle già attivate in altri porti italiani, per aiutare con il credito d’imposta e le semplificazioni burocratiche chi investe nella logistica portuale della città. Può essere una risposta forte e concreta per sostenere Genova. E poi bisogna continuare con gli aiuti immediati alle famiglie sfollate dopo il crollo”.
Proponiamo per #Genova una Zona Economica Speciale per investire sul porto. Credito d’imposta e semplificazioni burocratiche per chi investe nella logistica portuale della città. Può essere una risposta forte #rtl
— Maurizio Martina (@maumartina) 21 agosto 2018
È doverosa una commissione d’inchiesta parlamentare sul crollo del Ponte Morandi a #Genova. Il Parlamento deve dare il proprio contributo serio dopo la tragedia #rtl
— Maurizio Martina (@maumartina) 21 agosto 2018
La repliche di Maurizio Martina sono affidate a Twitter. Il governo Pentaleghista non ha ancora proferito verbo sulla tragedia in Calabria, trattandosi evidente di questione poco remunerativa dal punto di vista politico.
(21 agosto 2018)
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